No, il riferimento alla celebre canzone di Lucio Battisti è solo casuale, io parlavo delle emozioni che guidano le scelte degli investitori. Già, perché per quanto si possa pensare il contrario, anche in una materia come la finanza, governata da numeri e calcoli, le valutazioni e le scelte non vengono fatte razionalmente bensì emotivamente. È il cuore e non il cervello a scegliere, ossia sono paura o entusiasmo a farci prendere decisioni. Esiste una vera e propria scienza che lo attesta, si chiama Finanza Comportamentale, ovvero una disciplina che studia i comportamenti dell’uomo in ambito finanziario.
Sono le nostre emozioni quindi a governare i nostri comportamenti quando parliamo di gestione del denaro o investimenti. Ma il “va dove ti porta il cuore” applicato al settore finanziario non sempre è una scelta che paga. L’essere coinvolti emotivamente a volte può portarci a perdere la giusta obiettività e quindi a farci sbagliare.
Ed i principali bias (distorsioni mentali) che ci inducono a sbagliare sono:
Effetto Gregge: è un errore cognitivo che gli investitori compiono quando decidono di seguire il comportamento della massa per confermare le proprie scelte in materia di investimenti. Come se la massa o il fatto che lo facciano tutti, sia indice di esattezza e poi, se si sbaglia, “mal comune mezzo gaudio” come si dice.
Overconfidence: ovvero un’eccessiva fiducia nelle proprie capacità. Questa distorsione mentale tende a farci sottovalutare gli errori a cui andiamo incontro perché convinti di fare scelte adeguate seppur senza una preparazione adeguata. In campo finanziario l’overconfidence è molto presente, basti pensare che se abbiamo un problema legale ci rivolgiamo ad un avvocato, se abbiamo un problema sanitario ci rivolgiamo ad un medico, se abbiamo un problema economico… è tutta colpa della sfortuna ma mai di certo di una nostra cattiva gestione.
Avversione alle perdite: siamo meno propensi a perdere qualcosa di nostro, anche davanti alla possibilità di guadagnarne di più. La Finanza Comportamentale dice che, genericamente, la sofferenza per la perdita di 1.000 euro viene compensata da un guadagno di almeno 2.500 euro. Cioè percepiamo più il dolore per una perdita che il piacere del guadagno della stessa cifra.
Tante sono le emozioni che possono influenzare le nostre decisioni: paura, sconforto, avidità, insicurezza o eccessivo ottimismo e tutti ne siamo preda in quanto umani. Avere consapevolezza di questi bias è già un buon modo per attenzionare la situazione e cercare, magari con l’aiuto di un professionista, la soluzione più obiettiva e razionale.