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Storie di curiosi testamenti

Più volte abbiamo mostrato, attraverso il racconto varie storie, dell’importanza di redigere un testamento, al fine di affermare le proprie volontà anche dopo la dipartita.

Fare testamento è il modo più semplice ed efficace per essere presenti anche dopo il trapasso, per far sentire la propria voce anche in nostra assenza.  Sebbene sia però un argomento sempre più “sentito”, siamo ancora ben lontani dall’essere pienamente consapevoli della sua importanza.

E poi… diciamolo… parlare di testamento, di ultime volontà, per quanto utile, è comunque un argomento scomodo e di non facile introduzione. Quindi oggi cercherò di riportare l’argomento testamento, ma citando alcune curiose volontà di noti personaggi storici, che in alcuni casi hanno forse fatto arrabbiare gli eredi, in altri invece hanno cambiato le sorti ( o meglio le opinioni) legate a quel personaggio.

E’ il caso di Alfred Nobel, chimico svedese, commerciante di armi e soprattutto inventore della dinamite. Si narra che per un errore, pensando fosse deceduto, venne scritto un necrologio molto duro nei suoi riguardi, che lo definiva come un creatore di morte. L’avvenimento lo scosse a tal punto da decidere di cambiare “le sorti” del suo ricordo. Egli non sopportava l’idea che il suo nome venisse ricordato per un invenzione legata alla distruzione e cercò di cambiare le cose partendo dal testamento: creò e devolse parte della sua fortuna a favore di una fondazione che ogni 5 anni avrebbe dovuto rendere un premio (il famosissimo premio Nobel) a chi si fosse distinto per meriti nel campo della medicina, della chimica, della fisica, della letteratura e della pace. Possiamo affermare che è riuscito benissimo nel suo intento, tanto che forse in pochi conoscono la sua storia.

Un altro curioso caso di testamento è quello di William Shakespeare, che si dice, abbia lasciato in eredità alla moglie solo il suo “secondo miglior letto” e pochi pezzi d’arredamento. Il resto del patrimonio andò alla figlia maggiore e qualcosa anche ai poveri della sua cittadina d’origine. C’è poi chi col testamento voleva, e in alcuni casi non è riuscito, cancellare i propri scritti. È il caso di Virgilio, sommo poeta romano, che espresse il desiderio che la sua opera incompiuta “l’Eneide”, venisse data alle fiamme. Fu poi per il “tradimento” dell’amico che non esaudì questa sua volontà, che il famoso poema epico giunse a noi.

Infine c’è anche chi, attraverso il testamento, ringrazia i propri amici o i propri collaboratori come Nelson Mandela, che divise il suo grande patrimonio tra la moglie, i figli e i nipoti, ma che diede una parte anche  ai suoi assistenti,  compresa la sua fidata collaboratrice personale, Zelda.

Un’importante iniziativa, volta a migliorare le sorti del pianeta e dell’umanità, è stata intrapresa da personaggi noti come Bill Gates e Warren Buffett, “The Giving Pledge”. Una organizzazione nata per incoraggiare le persone estremamente ricche a contribuire col proprio patrimonio a cause filantropiche.   

Una promessa di donare che viene espressa ed esaudita in vita o attraverso un testamento.

Di racconti bizzarri ce ne sono tanti e continueremo a parlarne, ma quello che è chiaro senz’altro è che il testamento da voce e ci proietta nel futuro.  

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