Parliamo ancora di testamenti, ma come abbiamo fatto qualche settimana fa, ne citiamo alcuni tra i più particolari e curiosi. La scorsa volta infatti, abbiamo visto alcuni tra i più bizzarri e strani ma, come vi avevo anticipato, di storie ce ne sono ancora tante da ricordare.
Eccovi allora una sfilza di testamenti che vale la pena menzionare tra quelli più singolari di sempre.
Partiamo dal testamento di tal Sir Francis Drake, un corsaro e politico inglese, che era solito saccheggiare galeoni spagnoli, ma che a dispetto di una vita fatta di battaglie e saccheggiamenti, nelle sue ultime volontà espresse il desiderio di lasciare una grande fortuna ai poveri della sua città natale in Gran Bretagna. Una volontà che lasciò tutti a bocca aperta sicuramente, come del tutto sorpresi lasciò la volontà di Maria Montessori di riconoscere il figlio, che aveva abbandonato dopo il parto e che per tutti era suo nipote; la scoperta venne fatta solo durante la lettura del testamento.
Non avrebbe invece voluto far clamore dopo la propria dipartita il grande Luigi Pirandello, che dichiarò: “Sia lasciata passare in silenzio la mia morte…” nel suo testamento infatti vi erano scritte le sue volontà di “uscire dalle scene” in maniera discreta e che le sue ceneri venissero cremate e riposte nelle campagne vicino Girgenti. Stessa volontà di discrezione per Giuseppe Verdi, che privo di eredi, lascia alla sua morte un grande patrimonio. Il maestro lascia tutto in beneficienza: agli asili, all’istituto per Sordomuti e a quello per i ciechi di Genova; poi a diversi enti ospedalieri, alla casa di riposo per musicisti da lui voluta a Milano. E ancora lasciti per dottori, infermieri e per i poveri. Tutte le richieste vennero accolte tranne quella di andar via in silenzio, il suo funerale venne infatti accompagnato da un imponente corteo che attraversò la città sulle note del Va Pensiero.
Ma tornando ai bizzarri testamenti c’è chi, anche dopo la morte, non riesce a tenere a freno il proprio egocentrismo come nel caso del compositore tedesco, Georg Friedrich Händel, che dispose che quasi tutto il proprio patrimonio (o una gran parte di esso) venisse impiegato per la costruzione di una statua in suo onore. Infine, tra i testamenti che ritengo sicuramente più particolari, c’è quello di un pittore sordomuto, Luca Riva, che, per esprimere le proprie volontà, realizzò un documento davvero unico nel suo genere: un testamento illustrato. Egli infatti, essendo parzialmente analfabeta, decise di ”illustrare” i propri lasciti, ad esempio quello più importante fatto alla moglie, ritraeva se stesso e la consorte che si guardano negli occhi e si danno la mano nell’atto del matrimonio, sotto poi vi era scritta la cifra che avrebbe ereditato e la sua firma e così via continuando ad illustrare i beneficiari dei beni. Tale documento, redatto alla presenza di interpreti e vari testimoni, è conservato all’archivio notarile di Milano.
Ecco come questi documenti diventano testimonianza non solo della situazione familiare ed economica del proprio autore, ma soprattutto del suo animo.