C’era una volta la pensione…
A dire il vero c’è ancora, ma negli ultimi anni abbiamo realizzato come questa non rappresenti più quel tanto ambito traguardo che attendeva i nostri nonni alla fine della loro carriera lavorativa e permetteva loro di invecchiare con serenità.
Anche la filmografia ci disegna il pensionamento come meta da raggiungere per poter godere del tempo libero e dei frutti maturati nel corso degli anni.
Persino il Ragionier Ugo Fantozzi, dopo una lunga vita lavorativa all’ufficio sinistri, attende con ansia l’arrivo della nuova vita finalmente in pensione.
Ora, gli amanti del genere sapranno che la commedia termina col ritorno del ragioniere e dei suoi ex colleghi pensionati, ad una vita lavorativa “parallela” dettata dalla voglia di sentirsi vivi ed utili alla società, ma tornando alla situazione attuale, siamo certi che la pensione che ci attende quando avremo raggiunto età e requisiti, ci garantirà il tenore di vita che abbiamo sostenuto fino ad allora?
Dati alla mano purtroppo così non sarà.
La pensione è stata da sempre un diritto previsto e garantito dalla nostra Costituzione (Art.38) e lo è ancora, ma nel tempo le varie riforme previdenziali a causa di una riduzione demografica, aumento della longevità, elevato tasso di disoccupazione e tanto altro hanno modificato e peggiorato sia i requisiti per l’ottenimento della pensione che gli importi che il contribuente riceverà.
Pertanto, lungi da me proclamare che questa nel corso degli anni sparirà del tutto, ma di certo posso affermare che la sola pensione erogata dallo stato, non basterà a garantire il tenore di vita che ognuno di noi ha sostenuto fino a quel momento.
E a dirlo non sono solo io. Per chi non ne fosse a conoscenza, il sito dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale mette a disposizione dei cittadini uno strumento per poter verificare la propria situazione previdenziale.
All’interno del portale lo stesso Istituto consiglia già da qualche anno, il ricorso alla sottoscrizione di una previdenza complementare che riduca il gap mancante.
Nonostante ciò, forse per la bassa cultura finanziaria, forse per una sorta di infondata fiducia nello stato o forse perché siamo tutti vittima della cosiddetta “rimandite” , cioè la capacità di rinviare e procrastinare continuamente decisioni o azioni, la previdenza complementare, che tanto potrebbe cambiare le sorti della “Seconda Vita” di tutti noi, non rientra ancora tra le priorità dei risparmiatori.
Assodato quindi, che avremo bisogno di un “aiutino” ad integrazione di quanto percepiremo con la pensione, cerchiamo di correre ai ripari per fare in modo che la pensione sia davvero un periodo della vita in cui godere del meritato riposo, della gioia dei nipotini e magari anche di hobbies e passioni che per mancanza di tempo abbiamo dovuto posticipare.
Potrete approfondire l’argomento acquistando il mio libro “Gestisci i tuoi risparmi” o contattandomi direttamente.
