Finché morte non ci separi….. E poi?
Già e poi? Dipende…
Dipende da che tipo di famiglia avete costituito.
La famiglia, da sempre il fulcro dei valori e delle relazioni, la base di ogni società, il luogo dove ci sentiamo al sicuro e al riparo.
Dal cinema alla TV, il nucleo familiare ha sempre avuto un ruolo determinante nella vita di ognuno di noi.
Dai Robinson ai Cesaroni, dai Soprano ai Corleone passando per i Simpson e gli Addams, il prototipo di famiglia è stato per molto tempo e lo è ancora per molti, quello delle classiche famiglie con mamma e papà sposati e con prole al seguito.
Ma i tempi cambiano, tutto si evolve e così anche il concetto di famiglia si trasforma e si adegua a quella che è la nuova realtà.
Ma siamo certi che la legge che disciplina e tutela tali “nuove” organizzazioni sia al passo dei tempi che cambiano?
Prendiamo ad esempio 2 innamorati che, seppur con lo stesso amore che nutrono 2 convolati a nozze, decidono di non sposarsi ma di convivere, saranno adeguatamente tutelati entrambi in caso di separazione o di una improvvisa dipartita di uno dei due?
Purtroppo l’esperienza ma anche la cronaca dicono che non è così.
Noto è il caso di Lucio Dalla e del suo storico compagno che per legge non era nessuno, quindi non meritevole di una eredità che probabilmente, visto l’appoggio e la stabilità sentimentale che aveva dato all’artista, aveva contributo indirettamente a costruire.
In Italia con la legge 20/05/2016 n. 76, conosciuta come legge Cirinnà, sono state introdotte due forme di unione diverse dal matrimonio: le unioni civili e le convivenze di fatto, le prime sono forme di unione in cui i partner dello stesso sesso, decidono di formalizzare la loro unione mentre la convivenza di fatto riguarda persone decidono di non contrarre matrimonio ma vivono insieme e attestano tale situazione attraverso un’autocertificazione presentata al comune.
Poi ci sono le coppie di fatto, cioè quelle coppie che convivono e che decidono di non ufficializzare col matrimonio o con un documento una convivenza di fatto.
Nel caso delle unioni civili il patrimonio è gestito in maniera simile a quella del matrimonio, mentre invece nel caso delle convivenze mancano tutele a livello successorio, se un partner viene a mancare l’altro non ha diritto ai suoi beni, nemmeno se questi sono generati da una sinergia di entrambi.
Nonostante il tentativo di adeguamento giuridico i diritti delle c.d. coppie di fatto o dei conviventi di fatto o di tutto ciò che è “legame non sancito da un atto come il matrimonio” non è pienamente tutelato in tutte le sfaccettature, pertanto l’unico modo che si ha per correre ai ripari e cercare di proteggersi l’uno con l’altro è adottare una buona pianificazione patrimoniale che includa la volontarietà di entrambi di essere riconosciuti come “eredi” o beneficiari.
Il riconoscimento per gli sfortunati partner “senza portafoglio” in molti casi è solo morale non dovuto per legge, per cui onde evitare di affidarsi al buon cuore di chi è invece erede legittimo o eventuali aspre contese post esequie, la soluzione è affidarsi ad un professionista del settore, un Consulente Patrimoniale che faccia un’analisi della situazione e vi metta davanti a ciò che potrebbe accadere in modo da non lasciare nulla al caso.
La società è in continua evoluzione, la famiglia è in continua evoluzione e auspichiamo che anche le leggi si adeguino al più presto ai cambiamenti, così che nessuno rimanga escluso da ciò che gli spetta.
Ma in fin dei conti le “famiglie atipiche” ci sono sempre state da Biancaneve, che viveva in una famiglia ricomposta dal nuovo matrimonio del padre, a Geppetto, che da solo ha cresciuto Pinocchio, o ancora Cenerentola che si ritrova a fare da serva alla nuova moglie del padre e alle figlie di questa, non si può dire che siamo stati cresciuti solo con l’immagine della famiglia tradizionale.
D’altro canto abbiamo detto che famiglia è amore, collaborazione, riparo, condivisione di gioie e dolori, pertanto cerchiamo di tutelare quanto di più caro e prezioso abbiamo, tradizionale o non.